IL RICORDO COME SOGNO.
IL VISIBILE DELLA MEMORIA. MORFOLOGIE DELL’IMMAGINE NELL’ESTETICA CONTEMPORANEA.

La mia arte vuole emozionare e far riflettere sull’importanza dei ricordi, quelli che appartengono a ciascuno di noi. I ricordi sono come le onde del mare, vanno e vengono; capricciosi e talvolta malevoli, ci riavvicinano a un momento del passato: un momento segnato dalla tristezza o dall’allegria. Tutti siamo fatti di ricordi che ci determinano e ci costituiscono, essi sono le nostre radici e delineano ciò che siamo: esseri che sperimentano, crescono, maturano e apprendono. Nell’inquieto pelago delle emozioni, il ricordo rappresenta un punto fermo dal quale partire, a cui ricapitolare non tanto e non solo la propria esperienza ma anche la propria conoscenza. Esso non è fitto di contemplazione, ma riemerge dal pozzo della memoria come una folgorazione, un lampo di verità nella piatta penombra della storia.

La memoria non è una fotografia, ma un dipinto, in cui l’interpretazione gioca un ruolo fondamentale, in cui dettagli straordinari si aggiungono di giorno in giorno: il cervello ci porta i ricordi non per intrappolarci, ma perché ha bisogno di quell’energia, di quella emozione per preparare qualcosa nel futuro. I ricordi servono al futuro, non al passato. Certi ricordi lontani sono una specie di messaggio in codice che l’anima usa per farti trovare i sentieri che ti appartengono. Il ricordo è una traccia, serve a ricordarti che sei in viaggio verso la tua realizzazione. Sensazioni, sentimenti, volizioni, rappresentazioni: ecco le modificazioni tra cui si divide la mia esistenza e che, di volta in volta, la colorano di sé. Io cambio, dunque, incessantemente. Ma non basta dir questo: il cambiamento è più radicale di quanto non sembri a prima vista. Di ciascuno dei miei stati psichici io parlo, infatti, come se esso costituisse un blocco: dico sì che cambio, ma concepisco il cambiamento come un passaggio da uno stato al successivo e amo credere che ogni stato, considerato per se stesso, rimanga immutato per tutto il tempo durante il quale si produce. Eppure, un piccolo sforzo di attenzione basterebbe a rivelarmi che non c’è affezione, rappresentazione o volizione che non si modifichi di continuo: se uno stato di coscienza cessasse di cambiare, la sua durata cesserebbe di fluire. Il mio stato d’animo, avanzando sulla via del tempo, si arricchisce continuamente della propria durata, forma, per così dire, valanga con sé medesimo. Se la nostra esistenza fosse costituita di stati separati, di cui un Io impassibile dovesse far la sintesi, non ci sarebbe per noi durata: poiché un IO che non muti non si svolge, come non si svolge uno stato psichico che resti identico a se stesso finché non venga sostituito dallo stato successivo. Infatti, la nostra durata non è il susseguirsi di un istante ad un altro istante: in tal caso esisterebbe solo il presente, il passato non si perpetuerebbe nel presente e non ci sarebbe evoluzione né durata concreta. La durata è l’incessante progredire del passato che intacca l’avvenire e che, progredendo, si accresce. E poiché si accresce continuamente, il passato si conserva indefinitamente. L’accumularsi del passato stesso continua senza tregua, in realtà il passato si conserva da se stesso, automaticamente. Talvolta, la coscienza vorrebbe lasciarlo fuori, ma esso è incalzante. su di essa.

Ieri e oggi sono i giorni che preparano il domani da tenere stretti stretti fra le tue e le sue mani.
I ricordi sono un pezzo di te stesso. Non ti dimenticare che il tempo è sempre e non è solo adesso. Il passato e il presente sono i tempi che formano il futuro, che bisogna sempre considerare per il domani. I ricordi sono una parte della persona.

UTRECHT – NEDERLAND